Passa ai contenuti principali

Sociologia 1

 LE FORME DELLA STRUTTURA SOCIALE 

L'istituzione, i gruppi e alle organizzazioni non sono sinonimi, la principale differenza sta in questo: mentre i gruppi e le organizzazioni sono per definizione aggregazioni di esseri umani, mentre le istituzioni no.

Nel linguaggio quotidiano parliamo di istituzioni scolastiche, istituzioni sanitarie, istituzioni militari facendo riferimento per esempio a scuole, ospedali, caserme. Nel senso comune l'istituzione è dunque sinonimo di un'organizzazione di pubblico interesse, vale a dire di un'aggregazione di persone e cose che operano in maniera coordinata per ottenere determinati scopi di utilità generale. Questo non è però il significato sociologico del termine.
Abbiamo già accennato al fatto che l'istituzione, come dice la parola stessa, è l'esito del processo di
istituzionalizzazione. Di conseguenza, chiameremo istituzioni sociali tutti quei modelli di comportamento che, grazie al processo di ripetizione, tipizzazione e oggettivazione, si sono cristallizzati in ruoli all'interno di una certa società: comportamenti che "si devono" mettere in atto e che hanno valore indipendentemente dalla personalità di chi occupa la posizione a cui sono legati.
L'istituzione è un comportamento che si è oggettivato e che è diventato un fatto, un obbligo, una necessità per chi vive entro una certa società.


Un'altra istituzione sociale è per esempio il tabù, un comportamento che, attraverso la ripetizione e la tipizzazione, si è istituzionalizzato. Pensiamo al tabù dell'incesto: è una regola di comportamento valida per tutti gli appartenenti a una certa società, e, come tale, è l'esito finale di un processo attraverso cui il rifiuto dell'incesto è divenuto, da abitudine individuale, norma oggettiva trasmessa di generazione in generazione come parte costitutiva del ruolo svolto da ciascuno in quanto membro della società. Le istituzioni di questo tipo sono moltissime in ogni cultura: il matrimonio, il rito religioso, la buona educazione, molti usi e costumi, il linguaggio. In tutti questi casi emerge il carattere vincolante dei comportamenti istituzionalizzati.
Non tutte le usanze che ci sembrano universalmente condivise hanno il carattere coercitivo delle vere e proprie istituzioni. Ogni popolo ha, le proprie abitudini alimentari (gli italiani mangiano la pasta, i cinesi il riso), che di solito non vengono istituzionalizzate in comportamenti vincolanti. Esse non si oggettivano in ruoli, in un "si fa così". Alcune volte però questo accade e si hanno allora fenomeni quali il periodo di digiuno legato a certe pratiche religiose (come il digiuno quaresimale nel cristianesimo), oppure il divieto di consumare certi cibi (la carne di maiale nell'islamismo).

Quando, a proposito delle istituzioni, parliamo di comportamenti vincolanti, "cose da fare" ci riferiamo all'esistenza di un contenuto normativo delle istituzioni sociali. 
Ciascuna istituzione sociale implica un insieme di norme a cui gli individui ritengono di doversi assoggettare.
 Prima sono nate le istituzioni del matrimonio e della famiglia, poi sono venute le leggi che ne regolano le condizioni.

Commenti

Post popolari in questo blog

Sociologia 2

 IL GRUPPO SOCIALE  -  Un insieme di persone che interagiscono tra loro in modo strutturato, che hanno cioè relazioni istituzionalizzate, occupano posizioni e svolgono ruoli, è qualcosa di più di una semplice moltitudine. Questa definizione di Merton, per quanto appropriata, andrebbe sottoposta a una serie di precisazioni. Perché si possa parlare di "gruppo sociale" le interazioni al suo interno sono orientate prevalentemente alla collaborazione. In ogni gruppo possono verificarsi episodi di conflitto, ma una relazione puramente conflittuale non dà luogo a un gruppo. Moltissimi aggregati umani rispondono a questi requisiti minimali: una famiglia, un villaggio, un partito politico, un gruppo di amici, un gruppo di colleghi, una squadra di calcio, una grande azienda, la mafia, un plotone militare, una classe scolastica, un gruppo parrocchiale, una nazione, un ministero.  Ci sono invece aggregati umani che non rispondono ai requisiti minimali, per esempio i giovani, le donne, g

Pedagogia documento

 I cattivi educatori  Un'educazione "meccanica"  Molti genitori educano i figli solo per loro stessi, come delle anime a svegliarino (orologio) la cui suoneria scatta a scelta dei genitori. L'educazione che è di competenza dei genitori spesso e volentieri viene ridotta per pigrizia, ad esempio con i neonati, la cui colpa è quella di essere troppo rumorosi e impegnativi.  Educare un cittadino, non un uomo Simili ai precedenti sono gli educatori che tengono d'occhio solo i rapporti sociali del futuro uomo che si interessano solo di formare un cittadino per lo Stato. Questo è un sistema che ci da alievi pecoroni (senza colonna vertebrale) che perdono la vera essenza del vivere e la propria identità.  Formare un uomo e non un servo  Prima del cittadino nasce l'uomo ,quei genitori che che già nei primi anni si affrettano a vestire l'uomo da servo, per esempio da avvocato, si prendono il diritto di di trapiantare nei figli qualcosa che non gli appartiene. In que

Antropologia 1

  SIGNIFICATO E FUNZIONI DELLA MAGIA E DEL MITO  La magia e il suo funzionamento Nella cultura predominante la magia viene considerata come una credenza ingenua nella quale con formule verbali e gesti, il corso degli eventi cambia. All'inizio era molto utilizzata anche l'astrologia o  l'alchimia, sempre considerate magia.  Lo studio della magia come "modo di pensare" cominciò nell'Ottocento. Secondo questo modo di pensare, un atto magico  è un'azione compiuta da un soggetto con lo scopo di esercitare un'influenza di qualche tipo su qualcuno o qualcosa.  La magia "nera" consiste in una serie di operazioni materiali e verbali fatte su qualcosa che è appartenuto a chi si vuole colpire. James Franz erratamente sosteneva che il pensiero magico aveva preceduto quello religioso nella storia dell'umanità. Tuttavia colse però due modalità del pensiero magico: L'imitazione = è la credenza che  vestendosi della pelle di un certo animale, ci si