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Pedagogia 2

 La presenza di ragazze a scuola 


 Ancora per buona parte dell'eta moderna le femmine furono escluse dall' istruzione e vennero ammesse lentamente e con grande fatica. Il modello comportamentale a cui ispirarsi era quello che voleva la donna modesta, consacrata a una vita ritirata, con un'ottima padronanza dei lavori domestici, sotto il vigile controllo prima della madre poi del marito. Il compito dell'educazione era quello di trasmettere le virtù cristiane e abituare le ragazze a una solida moralità.



Tra Seicento e Settecento si registrò una crescente attenzione all'educazione femminile, a partire dalle ragazze dell'aristocrazia e di quella parte della borghesia che aspirava all'ascesa sociale. 
Si diffuse la convinzione dell'utilità della lettura e della scrittura. Il calcolo, era in genere legato alla necessità di una certa pratica nella contabilità familiare. Ma sempre con grande prudenza: la letteratura ricordava con insistenza che un eccesso di sapere rischiava di rendere le donne saccenti, presuntuose, inquiete e, dunque, un potenziale motivo di turbamento per le famiglie e la società.

Le ragazze più ricche disponevano di governanti e precettori, ma prevaleva comunque
l'interiorizzazione dei comportamenti più che l'acquisizione di saperi. Nelle famiglie povere, dove l'educazione era completamente affidata alle madri e alle sorelle maggiori, assumevano grande importanza anche altre competenze, come la cura della casa, il senso del risparmio, l'allevamento dei piccoli animali domestici, la cura dell'orto. Solo le ragazze più ricche potevano ambire a un'istruzione superiore, ricevuta nei conventi o negli educandati di qualche congregazione femminile, che riservavano anche un certo numero di posti gratuiti ad alunne povere.

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